I Contenuti Virali Non Sono SEO, Ma Sono Utili

Tramite questo articolo scopri perchè i contenuti virali non sono utili per la SEO, comunque sono utili per il web marketing, indirettamente anche per la SEO.

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I contenuti virali devono far suscitare emozioni, cosa che non viene cercata e non si posiziona su Google.

I contenuti che diventano virali online, non esclusivamente quelli testuali, possono essere una grande opportunità per un qualsiasi sito web. Amatoriale, d’informazione od aziendale.

Sta di fatto che, i contenuti virali sono diversi dei contenuti fatti o scritti in ottica SEO.

Ovvero, in linea di massima, per fare contenuti virali e contenuti per la SEO si utilizzano metodi diversi. Per scopi diversi e portano a risultati diversi.

Per fare contenuti virali e contenuti per la SEO si utilizzano metodi diversi, per scopi diversi e portano risultati diversi.

Ho detto in linea di massima, per due motivi:

  1. Solitamente, i contenuti virali non si creano appositamente, diventano virali perché piacciono alle persone;
  2. Per la SEO può esserci comunque un vantaggio se i contenuti diventano virali.

Continuando la lettura di questo articolo puoi approfondire il secondo punto. Ovvero la relazione tra contenuti virali e SEO.

I contenuti fatti in ottica SEO devono essere per gli utenti

Prima di dire qual’è il nesso tra contenuti virali e SEO è giusto che dica cosa li differenzia. Ovvero perché non si può pensare di fare SEO con i contenuti che si creano per diventare virali.

O comunque contenuti che si tenta di far diventare virali.

In linea di massima, i contenuti fatti pensando alla viralità degli stessi, a differenza dei contenuti fatti pensando alla SEO, si differenziano alla base per due ragioni.

Nel dettaglio:

  1. I contenuti fatti pensando anche alla SEO devono dire fatti;
  2. I contenuti realizzati pensando alla viralità devono far suscitare emozioni.

Fatti che, tramite contenuti si possono esprimere, ad esempio, in guide e tutorial, nozioni od cronache di attualità.

Emozioni quali il divertimento, la dolcezza ed altro.

Tramite un solo esempio banale ma che rende l’idea, le persone che cercano su Google “immagini divertenti di cani” non cercano “il carattere di una razza specifica di un cane”.

Possono farlo in due ricerche diverse, ma, sono appunto due ricerche e due intenti di ricerca diversi.

Correlato all’esempio appena fatto, anche se lo puoi capire chiaramente osservando i contenuti virali online devi tener presente che, solitamente i contenuti virali sono immagini o video.

Tipologie di contenuti che si posizionano molto meno su Google. Si condividono sui social, per lo più.

La condivisione non è l’ottimizzazione per i motori di ricerca.

I contenuti virali di un brand sono utili per il posizionamento

Anche se la condivisione di contenuti non è ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca, ragion per cui si fa la SEO, ed anche se i contenuti virali non servono per la SEO, sono utili per il posizionamento di un brand.

Non il posizionamento su Google. Il posizionamento nella mente delle persone del brand.

Però, se un brand si posiziona nella mente delle persone e lo correlano a “qualcosa” e se non cercheranno il brand ma quel “qualcosa” potrebbero cliccare il brand su Google quando lo cercano.

Non solo, le persone online potrebbero citare il brand tramite links (importanti per la SEO, ndr) associandolo a quella “cosa”.

Questo “circolo virtuoso” può far sì che i contenuti virali possono essere utili anche per la SEO.

Tramite un esempio reale, correlato alla viralità ed al posizionamento (del brand):

Se navighi online da qualche tempo, se ti dicessi “Taffo” probabilmente la tua testa lo assocerebbe subito ad “agenzia funebre”, “casse da morto” o simile.

Quello che fa il brand lo potresti cercare su Google e cliccare il risultato del sito web.

Allo stesso modo, dato che fa contenuti virali/popolari, potresti cercare il brand ed usufruire dei suoi servizi. Google (l’algoritmo di Google, ndr), se vede che un brand è molto cercato gli da importanza.

Sicuramente, visto l’investimento che c’è alle spalle per fare contenuti virali, seppur siano utili – limitatamente/occasionalmente anche per la SEO – la generazione di contenuti virali non è indicata alle piccole/medie attività.

I contenuti scritti pensando anche alla SEO invece sono utili a tutte le attività che hanno un sito web, e richiedono meno investimento, non richiedono un investimento continuo e può portare i benefici per più tempo.

Conclusione

Per concludere questo articolo faccio un riassunto dei concetti principali in esso presenti.

Concetti quali:

  • Solitamente i contenuti virali non sono contenuti di testo;
  • Non è pensabile di fare contenuti sia per tentare di farli diventare virali sia per la SEO, sono diversi tipi di contenuti, anche se fossero testuali;
  • I contenuti virali non influenzano direttamente la SEO;
  • Tramite contenuti virali si può fare posizionamento del brand, indirettamente anche SEO;
  • L’investimento per fare contenuti virali può essere proibitivo per la maggior parte di piccole e medie attività;
  • Per fare contenuti pensati per la SEO l’investimento è più esiguo, confronto il rendimento anche a medio e lungo periodo che rendono.

Cosa ne pensi di questo articolo? Fammelo sapere nei commenti. Vuoi farti fare contenuti virali per i social? Non ti posso essere d’aiuto, ti posso essere d’aiuto se hai una piccola/media attività e vuoi farti fare un sito web con contenuti pensati per la SEO.

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