In questo articolo ti dico quali dati devono trattare le aziende online per aver il maggior successo possibile tramite il web marketing in ogni sua declinazione.

Nel web marketing i dati delle persone sono opportunità. Opportunità di migliorare e di guadagnare maggiormente, anche se la strategia è più importante.
L’utile ruolo dei dati è conosciuto da molte attività (anche se spesso non vengono analizzati, ndr) e da chi gli gestisce la parte web, in senso lato.
Purtroppo però, molto spesso, sopratutto in piccole e medie attività, la raccolta dei dati non è fatta professionalmente e violando la legge, fatto che mette a rischio le attività. Possono avere sanzioni pecuniarie e penali. Così come potrebbero averle non rispettando il copyright delle immagini.
In questo articolo ti fornisco maggiori informazioni riguardo quali dati devono trattare le aziende per averne un vantaggio, e qualche consiglio correlato alla raccolta di dati per rendere più professionale il tuo sito web.
Questo articolo ti può aiutare anche ad essere a posto con la legge.
Più dati possibile
Più dati si hanno nel web marketing e più è possibile prendere decisioni corrette. Decisioni fondate su fatti e non supposizioni. Questa è la base che devi tenere presente.
Dati che permettono di vedere, ad esempio:
- Quale canale (social, motori di ricerca, ecc.) porta più conversioni ad un sito web;
- Da che zona d’Italia ci sono più acquisti su un ecommerce;
- Quale tipologia di elementi di un sito internet sono più propensi a cliccare le persone;
- Di che sesso sono i visitatori di un sito internet.
Tramite i dati che ho preso come esempio si possono prendere decisioni basate sui dati (data driven) quali:
- La quantità di budget da destinare a varie azioni di web marketing come potrebbero essere la SEO od il social media marketing;
- La definizione di aggiustamenti di offerte pubblicitarie in base la località delle persone;
- L’ottimizzazione del design/layout di un sito web in modo tale da favorire le conversioni;
- La definizione di una strategia editoriale, più in linea con gli utenti di un sito internet.
Tramite questi semplici esempi, credo facili da capire per tutti, penso che hai capito perché avere un maggior numero di dati possibile è utile a chi possiede un sito web. Allo stesso tempo può far capire alle persone perché i dati non sono “il male”. Permettono di migliorare i siti web per renderli più a misura di utente.
Solo i dati forniti espressamente
Anche se i dati raccolti, come ho appena accennato non sono “il male”, lo sono se violano la privacy. Nello specifico le norme italiane ed europee riguardanti la privacy.
Ovvero, per essere professionali, corrette ed evitare sanzioni, le attività, come potrebbe essere la tua, devono porre la massima attenzioni ad utilizzare solamente i dati personali forniti espressamente dal visitatore del sito web. Oppure che potresti ricavare in altri modi.
Queste regole, se rispettate, seppur poco fa ti ho detto che più dati si dispongono riguardo gli utenti del sito web e possibili clienti più ci sono probabilità di migliorarsi, possono anche obbligare a fare la scelta di non raccogliere certe tipologie di dati.
Difatti, per raccogliere (ed utilizzare) certe tipologie di dati bisogna ad esempio fare la notifica al Garante per la protezione dei dati personali. Oppure bisogna utilizzare misure che fanno in modo che solo se c’è l’espresso consenso dell’utente si possano raccogliere dati.
All’atto pratico ed a grandi linee, per farti capire meglio:
- Sotto ogni form di contatti le persone devono spuntare la casella di controllo che riporta il link a come sono trattati i dati;
- Se si vuole inviare newsletter dev’esserci l’apposita casella di controllo, se gli indirizzi vengono raccolti tramite un form di contatti generico le caselle devono essere due, uno per la privacy, obbligatorio e per le newsletter non obbligatorio, entrambi non preselezionati;
- Se si usano sistemi che, tramite cookie profilano demograficamente le persone e/o utilizzano cookie pubblicitari bisogna evitare che questi cookie vengano rilasciato al browser dell’utente finché non approva esplicitamente.
Come ho detto ad inizio articolo, vedo molti siti web che utilizzano anche più sistemi alla volta per tracciare, anche demograficamente, le persone, e non sono state adottate le giuste misure di prevenzione. Non basta dire “se visiti questo sito acconsenti all’utilizzo di cookie che ti profilano” o cose simili.
I proprietari di quei siti web ed attività possono essere soggetti sanzioni o provvedimenti giudiziari. Per questo deve interessarti questo argomento. Non è solo una mia pignoleria che valuto durante la realizzazione e modifica di siti web.
Per esperienza personale e professionale posso dirti che, anche se certe tipologie di dati non vengono raccolti non è un problema per il rendimento di molte azioni di web marketing. Puoi evitare possibili multe e provvedimenti. Inoltre gli utenti del sito web sono meno tracciati inutilmente, e per questo più contenti. Neanche troppo indirettamente.
Quanto detto finora riguardante la raccolta ed il trattamento dei dati può riguardare la maggior parte di attività e siti web. Che possono raccogliere anche dati involontariamente ma non dovrebbero farlo.
Vi sono delle tipologie di dati però che qualche tipologia di attività (molto poche) potrebbe raccogliere. Ma tutte le altre no.
Non puoi trattare dati particolari
I cosiddetti dati particolari di dati personali, fino non molto tempo fa conosciuti solo come dati sensibili, sono delle tipologie di dati che, se hai un’attività, che, a grandi linee, non riguarda il settore della salute e/o offri servizi per la salute delle persone non puoi trattare.
Nemmeno se fai notifiche ed adotti soluzioni tecniche in grado di farti fornire espressamente i dati. Non sono dati quali, ad esempio, l’indirizzo email.
I dati particolari/sensibili come stabilisce la GDPR (articolo 9):
È vietato trattare dati personali che rivelino l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, o l’appartenenza sindacale, nonché trattare dati genetici, dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica, dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona.
Spero che questo articolo ti sia stato utile per capire, o per capire meglio, l’utilità reale che apportano i dati alle aziende e quali dati possono raccogliere e trattare. All’atto pratico questo si traduce in piccoli dettagli che potresti voler far implementare, ma che devi ben valutare come far implementare e cosa fare oltre quella implementazione.
Due esempi banali, reali, e spesso non correttamente implementati – per essere a norma di legge – potrebbero essere il pixel di monitoraggio di Facebook o la raccolta di dati demografici di Google Analytics. Non basta voler raccogliere i dati per fare “X” e inserire script per, far le cose per bene.
Una agenzia web od un consulente se si vogliono ritenere professionisti/professionali deve dirlo trasparentemente. Io l’ho fatto anche tramite questo articolo.
Cosa ne pensi? Hai esperienze da condividere a riguardo?
Lascia un commento